Informazioni su valentinalombardi

Psicologa ad indirizzo clinico e dell’età evolutiva. Specializzanda in Psicoterapia cognitivo-comportamentale presso la scuola ASIPSE di Milano. Laureata con lode presso la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Ha conseguito un Master in valutazione, diagnosi e trattamento dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento ed è applicatrice del Metodo Feuerstein PAS Standard. Come libera professionista si occupa principalmente di consulenza psicologica ad adulti, adolescenti e bambini, DSA e difficoltà scolastiche, potenziamento cognitivo, problemi comportamentali ed emotivi, ansia e addestramento al rilassamento.

Attento a come parli, la mente ascolta!

Il linguaggio può ferire, siamo tutti d’accordo su questo..
Ma ne siamo davvero convinti anche quando il linguaggio “incriminato” è quello rivolto verso se stessi?

Certe parole, da sole, sono in grado di suscitare sentimenti negativi e reazioni emotive forti (es. ansia). Un esempio?

“Non ce la farò mai, è impossibile. Non ci è mai riuscito nessuno, perchè mai dovrei essere in grado io, un fallito.. Però sarebbe davvero terribile per me non farcela, un altro fallimento che si aggiunge alla lista infinita..”

Come vi sentite leggendo questa frase? Sicuramente non al settimo cielo..

Le parole, dette o pensate, hanno un immenso potere: possono esprimere fiducia, orgoglio, passione, gioia.. ma possono altresì ferire, giudicare, bloccare, scoraggiare. Quando parole con queste connotazioni arrivano dagli altri, è più semplice comprenderne l’impatto negativo sul nostro umore. Siamo invece meno propensi ad analizzare le parole che rivolgiamo a noi stessi, che hanno un impatto ancor maggiore.

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